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venerdì 21 febbraio 2020

I due Matteo...




di Amalia Spanò

Napoli, 21/02/2020

Spiace per quelli che si chiamano Matteo…ma è davvero una sfiga colossale portare quel nome nei nostri giorni e vederlo associato a 2 personaggi fuori dal mondo anche se per ragioni diverse.  Il primo dei due è quell’elemento cresciuto e allevato nella Lega Nord fino a, tra malattie e rincoglionimento del padre fondatore Umberto Bossi, diventarne segretario. Cavalcando il disfacimento della politica italiana ha avuto la genialata di trasformare la Lega in un partito nazionale; s’è dimenticato di quando saltava e canticchiava contro i napoletani e viene ogni tanto nella capitale del Sud a cercare consensi. Non si trattiene però a dar fiato alla sua rinomata signorilità e si fa scappare comunque frasi come che il centro della città è simile a un campo Rom e che i napoletani pisciano a terra (originalità e signorilità da vero gran signore). Il fatto triste è che dica queste cose anche nella sede di una delle eccellenze della storia economica e produttiva della città come Marinella, che senza scorno e vergogna lo riceve nella sua sede dove con gran coerenza espone anche il simbolo delle Due Sicilie di cui si fa gran vanto. Conobbi, tramite un amico, quest’imprenditore anni fa. Ad onor del vero conobbi il padre che era ancora in vita e poi lui, il figliolo, che quando lo incontro mi saluta ancora. Senza opportunismi per queste ultime vicende deve dire che ho avuto sempre la netta sensazione d’avere a che fare con uno scemo…si, il termine è giusto….e ho la conferma che il mio fiuto difficilmente sbaglia. Scemo e aggiungerei irrispettoso verso la sua città. Ognuno può pensarla come vuole, ci mancherebbe, ma non capire che non sta ricevendo un qualsiasi personaggio di destra ma uno che ha offeso (e continua a farlo) la sua città, denotando il suo bieco razzismo anti Sud, è da idioti e socialmente imperdonabile.
L’altro Matteo è quel fighetto di Renzi, storicamente democristiano della prim’ora, assurto a notorietà per aver fatto il segretario in un periodo d’oscurantismo del Pd e addirittura il capo di governo. Le grandi qualità evidenziate ne hanno decretato il fatuo successo e il defenestra mento. Promesse non mantenute di ritirarsi dalla politica se perdeva il referendum sul cambio della Costituzione, puntualmente non mantenute. Fino a fondare un nuovo minipartito, Italia Viva, con cui le tenta tutte per combattere il governo in carica. E, riscoprendo la sua indole democristiana, pronto a far pappa e ciccia con Berlusconi e l’opposizione, fino a decidere con loro (assieme all’altro scienziato Calenda) di sostenere in Puglia il grande Fitto contro Emiliano alle prossime regionali.
Chiudo sottolineando quanto sia triste e vergognoso, come ciliegina sulla torta, che ci siano persone fintamente rivoluzionarie ma ormai sgamate dagli eventi, che vorrebbero illustrare le qualità e le ragioni di questi signori diventati i fari illuminanti dei loro nuovi percorsi politici.

Amalia Spano’

Direttivo Nazionale di “Rubriche Meridionali”